Palazzo Grillo Cattaneo

Categoria: Palazzo

Denominazione: Palazzo Grillo Cattaneo

Denominazione originale: Palazzo Cattaneo

Ubicazione

Circoscrizione: Centro Est

Indirizzo: Piazza Grillo Cattaneo, 1

 

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Notizie storiche

Secolo: XVI

Attività (uso attuale): Complesso di appartamenti privati

Uso storico: Edificio nobiliare residenziale

 

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Descrizione

Con il termine "Rolli di Genova" - o, più precisamente, "Rolli degli alloggiamenti pubblici di Genova" - venivano indicate le liste dei palazzi e delle dimore eccellenti delle famiglie aristocratiche che ambivano ad ospitare - sulla base di un sorteggio pubblico - le alte personalità in transito per visite di Stato. Successivamente, in particolare nel XVIII secolo con la moda del Grand Tour, le medesime abitazioni hanno ospitato i viaggiatori che includevano il capoluogo ligure nel loro itinerario nella penisola italiana. I rolli - termine derivato dalla parola rotoli - vennero costituiti a partire dal 1576 su disposizione del Senato della Repubblica aristocratica. Quella che era una città di armatori, mercanti e banchieri in grado di dare alla Repubblica marinara un ruolo di assoluta predominanza politico-commerciale sull'intero Mediterraneo, era anche un importante crocevia di principi e sovrani, diplomatici e autorità ecclesiastiche. Tuttora conservati nell'Archivio di Stato di Genova, i "Rolli degli alloggiamenti pubblici" erano suddivisi in bussoli in base ai quali gli edifici erano catalogati secondo il loro prestigio: il primo venne redatto nel 1576, e i successivi negli anni 1588, 1599, 1614 e 1664. In essi è catalogato l'insieme delle circa centocinquanta dimore che erano precettabili per ospitare i notabili; in buona parte sono palazzi ancor oggi esistenti. Solo tre erano i palazzi che potevano ospitare alti dignitari o comunque le più alte cariche (papi, imperatori, re, cardinali e principi) ed erano le abitazioni di Giovanni Battista Doria in Salita Santa Caterina, Nicolò Grimaldi e Franco Lercari in Strada Nuova.

L’edificio fu costruito su preesistenze medievali nei primi anni del XVI secolo per volontà di Lorenzo Cattaneo, ricco mercante che nello stesso periodo fa sistemare Villa Imperiale a Terralba per accogliervi nel 1502 Luigi XII re di Francia. Lorenzo Cattaneo era un mercante colto e impegnato politicamente come console dei Portoghesi. Il Cattaneo affidò ai magistri antelami la realizzazione del palazzo su una proprietà che ospitava quattro case già di proprietà della famiglia. La traccia più evidente giunta fino a noi di questo intervento è costituito dal portale d'accesso al palazzo realizzato in marmo bianco di Carrara da Antonio della Porta detto il Tamagnino nel 1504. Il magister si impegnò in realtà a costruire due portali in marmo: il primo destinato all'ingresso del palazzo e il secondo, all'interno, per accedere alla sala superiore. L'opera rispecchia l'originalità del Cattaneo, sicuramente un unicum in ambito genovese sia per l'importanza del committente che per l'originalità della struttura e della decorazione: due portali sovrapposti, interrotti da capitelli posti ai due terzi dell'altezza che creano una struttura tridimensionale a cui si aggiunge una decorazione fortemente simbolica. Le armi all'antica, a sinistra, rimandano e si contrappongono a quelle moderne, poste sul lato destro così come alla conclusione dei plastici rilievi degli stipiti inferiori, un cesto di frutta, emblema della Carità, si rispecchia nel pellicano simbolo dell' Amor Dei. La lettura simbolica continua ancora nelle immagini scolpite sui due dadi ai lati dell'architrave: il liocorno cavalcato da una figura maschile e il leone che sorregge una figura femminile, entrambi simboli alchemici del mercurio - ma probabilmente interpretabili in chiave cristiana come allusioni a Cristo. 
Infine, nel XVII secolo, al portale venne aggiunto il fastigio marmoreo recante il monogramma mariano, con i due angioletti che sorreggono l'arma della famiglia.

L'edificio fu iscritto nei rolli nel 1588 a nome di Leonardo Grillo Cattaneo (doge nel 1541-1543). E' stata invece completamente distrutta durante la seconda guerra mondiale la loggia collocata a livello del piano nobile e che si affacciava sul mercato di S.Giorgio, molto simile nella struttura alla loggia ancora esistente della villa di Terralba. 
Nella seconda metà del Cinquecento fu dimora del doge Leonardo Cattaneo, il quale nel commissionò all’architetto Bartolomeo Bianco il rinnovo dell'atrio, con la fontana e il vano scala, mentre all'esterno si sostituirono alle bifore le finestre con balaustra. Sotto le proprietà Gavotti e Lagorio si avviò il processo di trasformazione da palazzo nobiliare a casa ad appartamenti. Nel 1868 infatti, dopo oltre quattrocento anni, il palazzo fu venduto alla famiglia Lagorio che moltiplicò il frazionamento dei locali.

 

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Bibliografia

L. Müller Profumo , "Bartolomeo Bianco architetto e il barocco genovese", Bollettino del Centro di Studi per la storia dell’architettura n. 22, Roma, 1968.

AA.VV., "Liguria", Guide d’Italia del Touring Club Italiano, Milano, 1982.

AA.VV., "La scultura a Genova e in Liguria. Dalle origini al Cinquecento", Genova, Fratelli Pagano Editori, 1987.

E. Poleggi , "Una reggia repubblicana. Atlante dei palazzi di Genova 1576-1664", Torino, Umberto Allemandi & C., 1998.

E. Poleggi , "L’invenzione dei rolli. Genova, città di palazzi", catalogo della mostra, Palazzo Tursi, Genova, 29 maggio-5 settembre, Genova, Sagep, 2004.

Ultimo aggiornamento 26 Ottobre 2022